martedì 24 aprile 2012

Geraldton

Sono totalmente delusa da questa Geraldton, che pensavo essere una ridente località marina e trovo invece una specie di Pergine sul mare (chi è della zona può capire, per gli altri dico solo "una tristezza").
Ho scoperto di non apprezzare gran che la struttura urbana, l'architettura, di questo posto. Non so se è una sensazione che posso allargare a tutta l'Australia, ma architettonicamente anche Perth non è una favola. 
Vista dell'oceano dall'ostello
Forse è un senso dell'estetica (di ciò che è bello per me) che è influenzato dal mio essere europea e italiana, però qua non c'è un vero e proprio centro, con i suoi edifici antichi eccetera. La costruzione più antica credo sia un gaol (jail) costruito nel 1800, ma si tratta di una strutturina di legno costruita dai pionieri. E questo è quanto. Per il resto sono tutti edifici bassi, con le insegne scritte sui muri, i tetti piatti.. un po' film americano.
Mah. 
Poi ho la sfortuna di aver trovato un ostello pieno di persone che lavorano qui, probabilmente da un po'. Quindi tutti conoscono tutti e nessuno è interessato a conoscere qualcuno di nuovo. E inoltre non sono qui per viaggiare, quindi niente passaggi verso nord. 
ex tracciato ferroviario
L'unica nota positiva è la gente fuori dall'ostello, che sembra essere piuttosto friendly. Sul bus per venire qui ho conosciuto una ragazza con origini aborigene che mi ha dato dei consigli e in un supermercato ho trovato una gentilissima signora che, vedendomi alla disperata ricerca di qualcosa, mi ha detto dove cercare.


Giochi d'acqua per bimbi
Comunque domani torno a Perth, un po' con la coda tra le gambe, un po' contenta di rivedere chi ho lasciato la e di stare in un posto più amichevole. 

domenica 22 aprile 2012

Primi dieci giorni

I miei primi dieci giorni australi sono volati via come il vento. Fortunatamente, nel piccolo ostello che mi ospitava, era piuttosto semplice riuscire a entrare in contatto con le persone e questo mi ha permesso di andare a visitare vari posti, mai da sola.
Andando in ordine cronologico sono stata a Rottnest Island, un isolotto a 20 km da Fremantle, che un tempo era una prigione per aborigeni. L'isola è stupenda, in quaranta minuti di bus ci siamo fatte tutto il giro per decidere in quale delle 20 spiaggie volevamo andare. Unica pecca: volevamo noleggiare maschera e pinne per fare snorkeling, ma il negozio chiudeva alle tre e mezza e il nostro traghetto di ritorno era alle sei.... misteri! Anzi c'è un altra pecca, i 72 dollari di biglietto del traghetto. Però devo dire che il paesaggio, il mare, la tranquillità sono veramente eccezionali.
Poi sono finita a fare un giro per il parco più grande di Perth, King's Park (che mi dicevano essere più grande di Central Park) con una ragazza australiana. Arriviamo la, io con le mie belle ciabattine e lei che tira fuori degli scarponi da trekking.... cose che succedono! Quindi scarpinata, anzi sciabattata in giro per il bush di King's Park che, devo dire, è veramente enorme e può essere piuttosto impervio. Il parco è, appunto, per la maggior parte area di conservazione di ciò che era un tempo l'ambiente nella zona di Perth, e vi si trovano molti monumenti ai soldati caduti nelle varie guerre.
Un giorno pioveva, e così, con una ragazza francese, abbiamo deciso di andare all'Aquarium, in un sobborgo di Perth che si chiama Sorrento.
- Piccolo sketch di vita australiana, giusto per farvi inquadrare un po' il modo di agire delle persone. Sul treno pieno un ragazzo si alza per lasciare il posto ad un anziano signore. E già questo, in altri paesi non capita tutti i giorni. Ma la cosa incredibile è che quell'anziano era in piedi, perchè aveva deciso di lasciare il suo posto ad una ragazza (tra l'altro piena di tatuaggi e piercing che se la vede mia nonna va a cercare un prete per farle l'esorcismo)! Sono rimasta davvero colpita e mi sono tornate in mente tutte le volte che sentiamo gli adulti/anziani iniziare frasi con "Questi giovani d'oggi.." -
Beh..
Horsefish
L'Aquarium non è stato niente male, soprattutto il tunnel sotto la vasca con gli squali, mante, tartarughe. Eccezionale stare li sotto e vedere una manta con un'apertura di due metri passarti sopra la testa! Di dimensioni totalmente opposte il Dragonfish: è una specie di cavalluccio marino che, per mimetizzarsi, ha come delle specie di rametti e foglie attaccate al corpo e si muove proprio come un'alga. In effetti più che a un cavalluccio fa pensare ad un drago che fluttua. Da bocca aperta :)
Cos'altro ho fatto? A parte incazzarmi con la banca italiana perchè non m'aveva detto un particolare per fare il bonifico estero, incazzarmi con quella australiana perchè ancora non mi hanno dato la card, scazzarmi con l'ostello di Fremantle perchè continuavano a rispondermi "Eh boh, non sappiamo se abbiamo stanza per la prossima settimana..." (ebbene si, anche in Australia c'è qualcosa che non funziona ogni tanto)
Ah, ieri sono andata a fare un giro in una zona di produzione vini con degli italiani conosciuti qui. Beh non male i vini, e anche la degustazione di caffè ci stava. Più che altro un infuso di caffè, che l'espresso qua non sanno neanche cos'è. Poi abbiamo deciso di andarci a mangiare una pizza che in effetti non era malaccio, peccato per i 30 dollari di conto (pizza+ birra+ caffè)!
Ecco, stringendo il tutto questo è quello che ho fatto qui ultimamente. Oggi mi sono sparata i miei bravi 450 km di bus e sono "atterrata" a Geraldton. Stiamo a vedere.. 
A breve delle foto daranno colore a questo post.
see you later, mates ;)

sabato 14 aprile 2012

Volo, primi giorni in ostello, Perth..

Il momento del distacco è, in ogni occasione, pieno di emotività. Però tocca farlo, quando si decide di partire. E così si raggruppano gli amici, si festeggia per "l'ultima volta" e si caccia indietro qualche lacrimuccia. Poi si salutano i parenti e si ricaccia indietro qualche lacrimuccia. E alla fine si saluta chi ci ha accompagnato, generalmente una persona importante, e di nuovo si ricaccia indietro qualche lacrimuccia... almeno fino a dopo il check in!
Per tutto il volo uno sta a pensare: " ma che cavolo.. ma veramente?!", ma ormai il dado è tratto, tocca prendere tutto nel migliore dei modi.
Così arrivata in ostello il mio stato d'animo era piuttosto socievole e non ho impiegato tanto tempo (diciamo 5 minuti) prima di iniziare a chiacchierare con chi stava in cucina.
Ho conosciuto una canadese, qualche tedesco, un paio d'inglesi..ma ancora nessun australiano! Pazzesco. Ne ho conosciuti di più in Italia!

Il CBD di Perth
Perth è una grande città, per noi gente di montagna. Fa circa 1,5 milioni di abitanti ed è molto estesa per i canoni europei. Che ve lo dico a fa': il primo giorno mi son persa cinque, sei volte e ritrovata per fortuna altre 7. Ho aperto il conto in una banca che spero vivamente di riuscire a ritrovare la settimana prossima, visto che devo passare a ritirare la carta di credito. Oggi ho cercato per un'ora un negozio di telefonia, che doveva essere su quella via, senza riuscire a trovarlo. Avanti e indietro, il navigatore diceva che era li, ma non lo trovavo. Avanti e indietro. ...alla fine in effetti era li, solo che non lo vedevo in mezzo a tutti gli altri negozi. Per me, abituata ad andare in centro a Trento ed avere ogni cosa a portata di mano e a sapere dove si trovano i negozi.. non è tanto facile. 
L'altra faccia della medaglia è che la rete dei trasporti pubblici è fantastica. All'interno dei confini del "centro" ci sono tre linee completamente gratuite (!), con bus che passano ogni 3/4 minuti. Per andare nei sobborghi c'è l'imbarazzo della scelta fra bus, treni e traghetti. Direi ottimo per una persona che è qui a piedi. 
L'altro giorno abbiamo fatto un barbecue, ma direi che siamo anni luce (in negativo) distanti dalle mie tanto amate braciolate...vabbè, un sacrificio fattibile per avere 30 gradi in autunno, no?

Prossima tappa Fremantle, sobborgo marittimo di Perth. L'ho visitata brevemente oggi e ne sono rimasta entusiasta.



So, see you soon ;)

venerdì 13 aprile 2012

Prima di partire..


Eccomi qui, alla vigilia di una grande avventura che mi porterà fino all’altro capo del mondo, in Australia. Eccitazione e preoccupazione si alternano continuamente, mi sembra di essere su un’altalena senza controllo. Ma, in fin dei conti, va bene così.
Il viaggio inizia molto prima di salire su un aereo. E’ un piccolo seme che cresce nella routine della nostra vita quotidiana. Cresce rigoglioso fra insoddisfazioni e frustrazioni, desideri di cambiamento, voglia di vedere oltre al proprio orizzonte. E’ fortunato chi sa godere di ciò che la vita ogni giorno gli regala. E, al tempo stesso, sfortunato nel non avere dentro se una forza che lo porti a voler scoprire altro.
Dicono che partire sia un po’ morire, ma non mi ritrovo in queste parole. Credo che partire sia una grande possibilità di separarsi da ciò che non va e osservarlo dall’esterno. E viaggiare il modo migliore per aprire la propria mente al mondo.
Se tutto va bene starò via un anno.
Vedrò luoghi di una bellezza indescrivibile, altri da dimenticare. Mangerò cibi mai provati prima, inciamperò in una lingua che non padroneggio, sarò più sola di quanto mai lo sia stata finora. Incontrerò tante persone sulla mia strada, ascolterò tante storie e ognuna mi regalerà qualcosa. Intreccerò nuove amicizie. Vedrò la terra di un colore diverso. Anche gli odori probabilmente non saranno più gli stessi. Proverò nostalgia. Sarò meravigliata mille volte.
Direi che non assomiglia a morire, non riguarda il perdere, ma il trovare.
Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)